Ho provato Ultimo Tocco perché ero incuriosita e devo dire che se segui le istruzioni che ti danno, il risultato è oltre le aspettative. La qualità dei prodotti è davvero sorprendente. Davvero come al ristorante, ma la Chef ero io!

Sperimentazione e ricerca diventano sempre più le chiavi per una proposta innovativa e divertente, dove il cliente diventa protagonista e interagisce con i nostri prodotti aumentando l’esperienza in un mondo che sempre più sembra apprezzare i valori legati all’artigianalità, aumentando l’engagement con l’utente. Ne vedremo delle belle! Bravi Ultimo Tocco

Pur conoscendo la creatività di Paolo Barichella e Mauro Olivieri, che recentemente avevo anche intervistato per AREA sui vari temi legati al Food Design, devo ammettere che questa esperienza gastronomica è riuscita a spiazzarmi (piacevolmente!) totalmente. La particolarità di questo delivery è, infatti, la destrutturazione del cibo, o meglio: dei singoli preparati (pasta/riso, condimenti) che sono separatamente inseriti in un sacchetto NON sottovuoto (che schiaccia) ma in atmosfera modificata. Quando il cliente riceve a casa (o in ufficio) l’ordinazione, inquadra il Code con il cellulare e un breve tutorial spiega come mixare il tutto (procedimenti che trovate anche sul sito). In questo modo, il piatto finale sembra DAVVERO spadellato sul momento: ho assaggiato risotto allo zafferano, pasta alla carbonara e paccheri con pomodoro e basilico, e ragazzi… direttamente dalle mani dello chef, mentre invece erano preparati qualche giorno prima e rigenerati sul momento. Fra l’altro, tutti conoscete l’invasività del microonde… bene, quel risotto, compreso di mantecatura, è stato appunto rigenerato nel microonde e il risultato finale era strepitoso.